Critical essay
Intervista con il pittore
Per me la pittura è……… la mia vita, le mie emozioni, tutto il mio essere
Il suo primo quadro venduto?……. Un quadro stretto e lungo, venduto a una coppia di turisti tedeschi nel 1997
Quale segreto condividerebbe con gli altri artisti? ……Nessun segreto, o forse la capacità di alcuni colleghi di essere importanti e famosi, nonostante la pochezza della loro ricerca artistica;
Mi ispira…….. l’arte del passato, quella attuale, il cinema, la tecnologia, la fotografia, la buona lettura, la musica, il jazz,il web, e i tanti colleghi artisti che vedo spesso su internet;
Ci potrebbe dire il suo detto preferito (la sua frase preferita) Vivi il tuo tempo e non quello di ieri
Ci può raccontare quando è stato sorpreso nel modo piacevole Quando un signore a una mia mostra ha commentato un mio quadro in modo positivo, paragonandomi al nuovo Escher;
Vorrei avere più……….tempo e soldi a disposizione per realizzare tutte le cose che ho in mente e che mi interesserebbe fare;
Mi piace quando………..sono consapevole di aver creato qualcosa che mi soddisfa, e che mi ha dato piacere realizzare;
Se non potessi più dipingere…………mi piacerebbe fare il fotografo in giro per il mondo;
Il piatto preferito………………….spaghetti allo scoglio;
Vorrei trascorrere l’immortalità come………………spirito libero, e dedicarmi all’amore per l’arte e gli altri.
Articolo del 12 dicembre 2020 apparso sul Corriere di Siena
Art computer e grafica nelle creazioni di Alessandro Gambetti
di Annalisa Coppolaro
Dopo il successo della prima mostra di Luca Mancianti presso Ghini, nelle vetrine del negozio a Novembre, che ha visto un interesse notevole data anche l’impossibilità di ammirare arte nelle gallerie e nei musei, torna un artista contemporaneo ad esporre e a raccontare i suoi pensieri.
Si tratta di Alessandro Gambetti, diplomato all’Accademia di belle Arti di Firenze, docente di storia dell’arte e disegno al Liceo Scientifico Galilei di Siena.
Ha esposto le sue opere in tutta Italia ma anche all’Art Expo di New York e i suoi lavori si trovano nella galleria virtuale della Saatchi Gallery di arte contemporanea di Londra.
Grazie al mix di bianco e nero, giochi di forme ripetute, figure femminili d’impatto tra l’etnico e il retrò, sicuramente Gambetti è uno dei migliori nomi attualmente sulla scena artistica toscana. Le sue creazioni peraltro si muovono nell’ambito del neo-strutturalismo figurativo e raccontano storie di modernità dove l’arte con materiali tradizionali si unisce alla grafica, alla computer art più all’avanguardia, oscillando tra il figurativo e l’astratto.
Da Amburgo a Firenze,passando per Padova, Milano, Matera e Roma, Alessandro Gambetti, nelle varie mostre di questi anni, racconta storie che ricordano passaggi di Magritte e Warhol, ma anche il cubismo e Modigliani, perseguendo una strada però tutta sua di colore e intensità dove la figura femminile rimane centrale nelle sue innumerevoli sfaccettature.
I suoi dipinti arricchiscono il negozio e le vetrine impreziosendo con figure femminili iconiche e insolite il centro di Monteroni d’Arbia. Assolutamente da vedere per coloro che apprezzano il linguaggio figurativo contemporaneo con tocchi di classicità e poesia.
Gambetti oltre a dipingere fa anche frequenti incursioni in forme d’arte quali la fotografia, il design, la grafica.
Per ulteriori info: www.gambetti.com/alessandro
Sarà possibile visitare la mostra di Alessandro Gambetti presso Ghini in Via Roma a Monteroni d’Arbia (Si) fino al 7 Gennaio 2021.
Critica- “Di terra,di aria, di acqua,di fuoco”- Franco Campoli
L’immaginario di Gambetti si articola da diversi anni in una dimensione di strutturalità neo-figurativa.
La sua ricerca si è sviluppata durante quindici anni di creazione artistica, da una figurazione espressiva fortemente influenzata dall’arte primitiva (in particolare di quella africana), e successivamente , a una interpretazione più libera e personale, dettata negli ultimi tempi dalla scoperta dei nuovi linguaggi della “computer grafica ” che hanno rivoluzionato profondamente il modo di fare arte , in una continua ricerca e una nuova estetica di sviluppo di una immagine.
L’artista ultimamente, ama affidarsi a rielaborare graficamente , soggetti già appartenenti al suo retaggio culturale , realizzando una sorta di teatro della memoria, che conduce a una gestualità evocatrice risultante intrinsecamente enigmatica, e allo stesso tempo, affascinante.
Oltre all’originalità del soggetto contribuisce non poco la visione “grafica” che Gambetti ha sviluppato nel tempo, utilizzando nei suoi lavori e nelle più recenti “rielaborazioni grafiche” e “fotopitture digitali “, dei formati che esaltano la descrizione, dando ulteriore spazio ad un universo variegato di figure, di deformazioni di simboli e allegorie, in cui si fondono due tematiche lontanissime eppure allo stesso tempo vicine, della grande tradizione della pittura del Rinascimento italiano, a quella più vicina , dell’arte moderna e contemporanea.
Avvertiamo che particolare attenzione è stata rivolta a H.Bosch, Peter Bruegel, Leonardo da Vinci, M..C Escher , Andy Warhol, Max Ernst, Renè Magritte, Giorgio de Chirico, Storm Thorgerson, H.R.Giger, artisti lontanissimi fra di loro, ma accomunati da una grande libertà creativa., da cui filtra intatto il senso misterioso della vita e delle cose.
In questo variegato mondo pittorico Gambetti cerca di dare un ordine, una collocazione, applicando una teoria interpretativa nella quale sono contenuti e uniti, contemporaneamente, l’uomo e la natura.
Questa teoria, che viene applicata con forti e suggestivi effetti cromatici,si basa sui quattro principi elementari,i quali secondo gli antichi, “terra, aria, acqua, fuoco”, erano i principi ordinatori, piuttosto che forze fisiche, testimoni della sostanza intima della vita nel ciclo della continua evoluzione.
Coerentemente a quanto enunciato sono stati realizzati dei lavori che sono delle mutazioni, delle metamorfosi ( e dei rispecchiamenti) di volti umani nei quattro elementi fondamentali. E’ interessante e significativo il formato di alcuni di questi lavori. Sono sequenze contenute in lunghi rettangoli, vere e proprie predelle moderne. Come le predelle classiche sostenevano, nelle chiese, il polittico e le pale d’altare, qui tali “predelle” hanno la vocazione di sostenere e di essere fondative (con il loro significato simbolico) di un laico senso della vita e della natura.
Tra questi lavori trovo interessante e suggestiva la “predella” dedicata all’elemento terra. Ma vi sono anche degli aspetti inquietanti nel volto bozzolo che lascia dischiudere la farfalla: si vuole, forse, comunicare che il cammino dell’uomo verso la natura (o il rispecchiamento della natura nell’uomo) contiene, anche, in sé degli aspetti oscuri ed inprevedibili.
La pittura del Gambetti, legata al filo conduttore dei quattro principi elementari, esprime la forza vitale, l’energia creativa del fare pittorico che non è mera imitazione della natura, ma diventa una personale e originale interpretazione di essa. Si può, senz’altro, affermare che è pittore curioso, sensibile ed in continua evoluzione.
Alessandro Gambetti “Rivelazioni”
La mia ricerca artistica in questi ultimi anni si è rivolta verso i nuovi linguaggi artistici del nostro tempo, soprattutto nella cosiddetta “computer grafica” che ha influenzato notevolmente il mio lavoro.
Il mio interesse verso la figura umana, vista in chiave simbolica, allegorica, surreale,deformata, ironica, e lo studio della percezione visiva ,mi ha portato a realizzare nelle ultime opere una serie di lavori che hanno come caratteristica principale quella di poter essere viste in tre dimensioni, come uno stereogramma.
“La nostra esistenza si svolge in uno spazio, come è noto, a tre dimensioni ,davanti, dietro, vicino e lontano, sono concetti di facile comprensione. Le rappresentazioni immaginarie sono e rimangono a due dimensioni, sia che siano stampate su carta, sia che siano rappresentate sullo schermo di un computer. E’ possibile allora, vedere come tridimensionali immagini che nella realtà hanno solo due dimensioni, come una fotografia od un disegno? Se si riesce ad ingannare il cervello, si, ed è quanto succede con gli stereogrammi.
Per “stereogrammi” si intende una immagine bidimensionale che guardata attentamente, riesce a raffigurare un’altra immagine tridimensionale apparentemente nascosta.
Per capire di che cosa si tratta, si deve prima di tutto sapere come si guarda in maniera corretta uno stereogramma.
E’ molto probabile che già dopo pochi secondi, forse addirittura anche senza indicazioni preliminari, siate in grado di riconoscere l’immagine tridimensionale.
Può anche essere che dobbiate faticare diversi minuti prima di riuscire ad apprendere la giusta “tecnica “di visione.
La tecnica consiste nel porsi a circa 50 centimetri dalla figura e guardare l’immagine sforzandosi di non metterla a fuoco ma,all’opposto, lasciando che il fuoco vada all’ infinito.
Ciò che noteremo sarà che rapidamente gli oggetti rappresentati sembreranno come sdoppiati ed il loro contorno sarà poco chiaro, poi si creerà una nuova immagine: sembrerà sospesa nel vuoto e la vedremo tridimensionale.
Resteremo stupiti e meravigliati dalla profondità e dalla nitidezza dell’immagine che si è sviluppata sotto i nostri occhi.
Lo stesso effetto è reso possibile in alcune delle mie immagini ,studiate proprio per questo scopo ,perchè viene sfruttato il meccanismo binoculare dell’uomo per produrre un effetto spaziale partendo da una immagine bidimensionale (che rappresenta una sequenza dello stesso soggetto ripetuta più volte), arrivando a una visione tridimensionale dell’immagine. Questo effetto è reso in modo più visibile se guardiamo una riproduzione dell’opera in piccolo formato, stampata su un foglio, o attraverso lo schermo di un computer.”
Attraverso questa tecnica, ho cercato di valorizzare a livello ottico la realizzazione dei miei lavori,proponendo un insegnamento pratico sul come guardare “oltre”.
Mostra alla Sala Rosa dell’università agli studi di Siena
Nell’ambito del ciclo espositivo 7 sull’altare a cura di Fabio Canestri, un percorso visuale che si snoda nello spazio e nel tempo, restituendo sostanza, dando forma alla nuova sfida che la Sala Rosa propone per il nuovo anno: Dal caos al cosmo, dalla rottura all’ordine.
La Sala Rosa dell’Università degli Studi di Siena ci propone una nuova personale, quella di Alessandro Gambetti, classe 1959, il quale con Rivelazioni porta in scena un’umanità sdoppiata in una serie di dipinti elaborati al computer: un mix originale ed insolito che ha la capacità rara di fondere armonicamente la fluidità ed il calore pittorico con la rigidità, la freddezza del computer. Come moderne statue sacre, brani di figure umane emergono dalle tele in un gioco ottico ed illusionistico perfetto ed in un accenno di cinetismo che rende i corpi reali e pulsanti, che conferisce respiro ai tratti tanto da fare assomigliare questi nudi ad icone di una sacralità laica tutta contemporanea, a moderne cariatidi o Nike della quotidianità che si calano perfettamente sugli altari della navata centrale e dei transetti della chiesa sconsacrata senese, oggi sala di studio che fa parte del Sistema Bibliotecario dell’Ateneo. L’autentica interpretazione di Gambetti è influenzata dalla recente scoperta dei linguaggi della computer grafica, tanto da rendere i suoi lavori vere e proprie “fotopitture digitali”, “rielaborazioni grafiche” che slittano dal figurativo all’astratto, dall’allegoria alla deformazione iconica,combinando reminiscenze rinascimentali con linguaggi contemporanei che molto devono a Ernst, Magritte e Warhol, in una carrellata di istantanee rielaborate con grande libertà. È lo stesso FrancoCampoli a sostenere, nel testo critico che accompagna la mostra, che “l’artista ama affidarsi a rielaborare graficamente soggetti già appartenenti al suo retaggio culturale, realizzando una serie di opere che rappresentano la figura umana che, attraverso lo studio della percezione visiva, hanno la particolarità principale di essere viste in tre dimensioni, come uno stereogramma”, ovvero un’immagine bidimensionale capace di arrivare ad una visione tridimensionale della stessa, grazie ad una sequenza ripetuta più volte e sfruttando il meccanismo binoculare dell’uomo. Come sottolineato da Silvia Giannassi, coordinatrice del progetto insieme a Lavinia Montanini,l’unicità del luogo, una sala di lettura, si esprime e trova il suo stesso significato nel muto dialogo che intercorre tra ciascun fruitore e le opere, nell’incontro silenzioso degli occhi con la materia. A tale proposito, Fabio Canestri, ideatore del ciclo che in questo spazio suggestivo prende vita, ricorda che “l’idea di ospitare mostre di arte contemporanea nella sala di lettura è nata poiché le sale di lettura, le biblioteche diventano sempre più ponti di incontro diversificati, non più soltanto sale riservate, bensì momenti in cui le persone parlano, le idee circolano e tra le idee esistono anche quelle non scritte, per esempio la pittura”.
Martina Marolda
Critica di Arturo Tuzzi (nell’ambito del Siri Festival : manifestazione internazionale di arte digitale sul tema:Terra,Aria,Acqua,Fuoco)
Le composizioni surreali dell’autore,non sono un caravanserraglio che tutto comprende o un carrello di supermercato in cui si mette tutto nel timore di dimenticare qualcosa. Ogni elemento è nella sua esatta posizione,quella voluta da Gambetti, nella posa o smorfia che gli si confà, a rappresentare esattamente il personaggio in commedia.
Citazioni colte (pittura fiamminga,Bosch,surrealismo,De Chirico),un gioco di rimandi letterari,filosofici e pittorici,una visibile consuetudine con le buone frequentazioni di biblioteche,sono alla base delle sue composizioni foto-pittoriche.
Aria,Terra,Acqua e Fuoco sono trasversali ad ogni opera,la connotano,la permeano al punto di spingere a riconoscerne ogni singolo segno nella dovizia di oggetti evocativi portati all’attenzione di chi “legge”.
Gli angeli e i demoni si confondono: “le verità nascoste” si riflettono e si appalesano; i vizi capitali hanno la consistenza della terra o la levità dell’aria,la liquidità dell’acqua o la forza del fuoco.
L’alchimia di fondo,quella che l’autore propone,è la summa di un campionario dell’umana natura che convive con un colibrì,si rivede in una superficie riflettente,è trapassata da parte a parte,si perde in un rivolo o si frantuma per cause ignote. Opere in più volumi,quelle di Gambetti,che meritano di essere lette pagina dopo pagina,immagine per immagine,nel tentativo di riconoscere e riconoscersi.
Critica di Michael Musone (Galleria la Pergola Arte Firenze)
Elaboratore di immagini che la sua ricerca compone magistralmente.
Operatore artistico dotato di sensibilità che immette nelle sue opere di grande fascino ed inventiva.
Maestro d’arte,insegnante,i suoi compiuti risentono della forza di un’ottima preparazione,che esplode nel comporre le sue opere d’arte.Gambetti,toscano,Maestro di sicura armonia,inserito nel contesto unico della sua città,ne fa un grande esecutore.
Critica della Dott.ssa Sofia Pettinelli (Cott’Art magazine)
Quasi come il suo interesse fosse un modulo che viene replicato,l’artista costruisce la sua opera attraverso la raffigurazione di una vera e propria metamorfosi; ma è chiaro che l’interesse dell’autore non è il modulo in sé,infatti esso è solo un mezzo,quanto l’evoluzione del soggetto che analizza in tutte le sue fasi e che porta alla metamorfosi finale. Il processo di un corpo da un’altro è completamente sotto i nostri occhi quando osserviamo “L’enigma del pesce”, ma lo è molto meno quando ci poniamo di fronte a “Tre”: qui,nella successione che ricorda quella dei fotogrammi di una pellicola cinematografica,il corpo femminile si va definendo sotto il nostro sguardo e,anche se la nascita non è completa,sappiamo che nel ripetersi dell’immagine ci sarà la compiutezza dell’opera.
Interview with the artist (by touch of art gallery)
For me painting is … … … my life, my emotions, my whole being
His first painting sold?. … … A narrow and long, sold to a pair of German tourists in 1997
What secret, together with other artists? ……No secret, or maybe the ability of certain members to be important and famous, despite the smallness their artistic research
Inspires me … … … the art of the past, the present, film, technology, photography, good reading, music, jazz, the web, and the many fellow artists that I see often on the internet
Could you tell us your preferred said (his favorite phrase) live your time and not the last
We can tell when it was surprised in pleasant way When a gentleman in my view commented a my picture in a positive way,comparing me to the new Escher
I wish I had more … … … … time and money available to accomplish all the things I have in mind and that I would be interested to do
I love it when … … … … I am aware of having created something that satisfies me, and that gave me pleasure making
If I could not more paint … … … … I’d make the photographer around the world
The favourite dish … … … … … … …. spaghetti allo scoglio
I would like to spend immortality as … … … … … … free spirit, and dedicate myself to the love of art and others
Visionary
Alessandro Gambetti with visionary, brings to scene a doubled humanity in a series of paintings elaborated at the computer: an original and unusual mix that has the rare capacity of harmonically melting the fluidity and the pictorial heat with the rigidity, the coldness of the computer. Like modern sacred statues, bits of human figures emerge from the canvas in a perfect optical and illusionistic game and with a hint of that renders the bodies real and throbbing, that gives respiration at times so much so as,to make, similar these nudes to icons of a lay santctit all contemporary, a modern statue or nike of every day life. The authentic interpretation of Gambetti is influenced by the recent discovery of the language of the computer graphic, so much so as to render his work true and proper “digital photo picture”, “graphic re elaboration” that slide from the figurative to the abtract, from the allegory to the icon deformation, combining renaissance reccollections with contemporaneous languages that much is owed to Escher, Dalì, Ernst, Magritte and Warhol, in a roundup of revised snapshots with great freedom. It is the same Franco Campoli who maintains that “the artist loves to entrust to revise graphically, subjects already belongings to his cultural group, accomplishing a series of work that represent the human figure, that, trough the study of visual perception, have the main particularity of being seen in three dimensions, like a stereogram” that is a two dimensional image capable of arriving at a three dimensional vision of the said, thanks to a sequence repeated several times and taking advantage of the binocular mechanism of man.
Martina Marolda
Of earth, air, fire and water
Gambetti’s imagination moves in a dimension of neo figurative structuralism.is quest has evolved in a continuous process from expressive representations strongly influenced by primitive art (especially African), to a freer and more personal interpretation which, in most recent times, has exploited the discovery of the new language of so-called “computer graphics” which has profoundly revolutionised the way art is made, and has led to a new aesthetic of image creation.
Lately, the artist has enjoyed graphically reworking subjects that already belonged to his cultural heritage , giving birth to a sort of “theatre of the memory” whose evocative emblematic expressiveness is both intrinsicallyenigmatic and, at the same time, fascinating.
Besides the originality of the subjects, the graphic vision that Gambetti hasdeveloped over time contributes in no small way to his works.
Especially in his more recent “graphic elaborations” and digital “photo-paintings”,he uses formats that enhance descriptiveness and give further scope to a variegated universe of shapes/figures, deformations of symbols and allegories.
Here two themes, that are at the same time both very distinct but yet very close to each other, merge. These themes are on the one hand the great tradition of Italian Renaissance painting, and on the other, modern and contemporary art.
We notice that special attention has been paid to H.Bosch, Peter Bruegel, M.C .Escher, Andy Warhol, Max Ernst, Ren・Magritte, Storm Thorgerson;artists who are very disparate but who share a similar unrestrained freedom of creativity, which reveals, intact, the mysterious meaning of life and of all things.
Gambetti tries to give form and shape, an order to this variegated pictorial world, by applying an interpretative theory in which both man and nature are contained and unified. This theory, which is applied with strong and evocative chromatic effects, is based on the four primitive elements, earth, air, fire and water.
According to the ancients, these four elements were governing principles, rather than physical forces.
They were evidence of the intimate essence of life in the cycle of continual evolution. Consistent with this theory, the painter has carried out works that are mutations, metamorphoses and reflections of human faces in these four basic elements.
The shape of some of these works is remarkable and significant.
They are sequences painted on long rectangles – real modern predelle.
Just as the classical predelle supported polyptychs and altar-pieces in churches, here, similarly, these predelle take on the role of supporting and validating (with their symbolic meaning) a secular sense of life and nature.
Among these works, I find the predella dedicated to the element earth impressive and evocative.
There are also some disquieting aspects in the cocoon-face, which opens to let the butterfly emerge; perhaps as if it wants to say that Man’s journey towards Nature (or the reflection of Nature in Man) contains dark and unpredictable aspects within itself.
Gambetti’s painting, with its underlying theme of the four elements, expresses the vitality and creative energy of the painting process, which is no mere imitation of nature but becomes a personal, original interpretation of it. We can certainly affirm that Gambetti is an inquisitive, sensitive painter who is undergoing continual evolution.
Revelations(Alessandro Gambetti)
We live in three-dimensional space. We take for granted that something can be in front of or behind something else; that It can be near or a long way from us.
Imaginary representations on canvas, on paper or even on a computer screen just have two dimensions.
Is it possible to see as three-dimensional, images that have two dimensions, like a painting or a photo?
Yes, if we can “deceive our brain”. This is what happens with stereograms. By “stereograms” we mean two-dimensional images which, if looked at in a different way, reveal three-dimensional images that were hidden at first sight.
It’s easier to understand if we put it into practice. Have a look at “Strawberry Wood”, for example, on page…. of this catalogue. Maybe you can already make out the hidden three-dimensional image without any instructions. If not, place yourself at about 50 centimetres from the picture; look at it, but don’t focus on it; on the contrary, let the focus go to infinity. You will notice that the objects in the picture seem to double and their outlines become unclear. Then, as if hanging in mid-air, a new three-dimensional image forms. Probably you’ll have to try hard for a few minutes before learning the technique, but it’s worth it. You will be amazed at the sharpness and depth of the image that has formed under your eyes.
Through this technique of the transposition in three dimensions, I want to value in an optical way the
realizazion of my works, proposing a pratical teaching on the way of looking “beyond”.
Essay by Arturo Tuzzi (Siri Festival : International Exhibition of digital visual art on the theme: Earth, Air, Water, Fire)
The author’s surreal compositions are not a bedlam which includes everything, or a supermarket trolley where we put everything for fear we might forget something.
Each element is in its exact position, the one Gambetti wants, in the pose or with the expression that is appropriate, that gives the best rendition of the character in the play.
Learned quotations (Flemish paintings, Bosch, Surrealism, De Chirico), an interplay of literary, philosophical and pictorial cross-references and evidence of habitual good reading are the basis of Gambetti’s photo-pictorial compositions.
Air, Earth, Water and Fire are all present in each work, identify it, permeate it to such a degree that we are led to recognize each individual sign in the wealth of evocative objects brought to the “readers” attention.Angels and demons mingle: hidden truths mirror one another and reveal themselves; deadly sins have Earth’s consistency or Air’s lightness, Water’s liquidity or Fire’s strength. The founding alchemy, the one the artist proposes, is the culmination of a collection of samples of human nature that lives together with a humming bird, that sees itself in a reflecting surface, that is pierced through, that disappears in a stream or inexplicably breaks into pieces.
In more than one volume, Gambetti’s works deserve to be read page by page, image by image in an attempt to both recognise the (different) signs of humanity and acknowledge them in ourselves.
Critical essay by Sofia Pettinelli (Cott’Art magazine)
As if his interest were the repetition of a pattern, the artist builds his work by representing a real metamorphosis.
However, it’s clear that the author’s interest is not the pattern itself, which is only a means, but the evolution of a subject that he analyses in all its stages and that leads to the final metamorphosis.The whole passage from one body to another is under our very eyes when we look at “The Fish’s Riddle”, but it’s much less evident when we place ourselves in front of “Three: here, in a sequence reminiscent of frames of film , the female body begins to take shape beneath our gaze and, though the birth is not complete, we know that with the repetition of the image the process will be fully accomplished.
Critical essay by Michael Musone (La Pergola art Gallery Florence)
Creator of images that he composes with great ability through a careful research.
An artist gifted with sensibility that he puts in his works rich in glamour and creativity.
Master of art,teacher, his works are affected by the strenght of an excellent preparation that explodes in
composing his works of art. Gambetti, tuscan, master of sure harmony, placed in the unique context of his
city, he becomes a great performer of it.