Alessandro Gambetti “Rivelazioni”
La mia ricerca artistica in questi ultimi anni si è rivolta verso i nuovi linguaggi artistici del nostro tempo, soprattutto nella cosiddetta“computer grafica”che ha influenzato notevolmente il mio lavoro.
Il mio interesse verso la figura umana, vista in chiave simbolica, allegorica, surreale,deformata, ironica, e lo studio della percezione visiva ,mi ha portato a realizzare nelle ultime opere una serie di lavori che hanno come caratteristica principale quella di poter essere viste in tre dimensioni, come uno stereogramma.
“La nostra esistenza si svolge in uno spazio, come è noto, a tre dimensioni ,davanti, dietro, vicino e lontano, sono concetti di facile comprensione. Le rappresentazioni immaginarie sono e rimangono a due dimensioni, sia che siano stampate su carta, sia che siano rappresentate sullo schermo di un computer. E’ possibile allora, vedere come tridimensionali immagini che nella realtà hanno solo due dimensioni, come una fotografia od un disegno? Se si riesce ad ingannare il cervello, si, ed è quanto succede con gli stereogrammi.
Per “stereogrammi” si intende una immagine bidimensionale che guardata attentamente, riesce a raffigurare un’altra immagine tridimensionale apparentemente nascosta.
Per capire di che cosa si tratta, si deve prima di tutto sapere come si guarda in maniera corretta uno stereogramma.
E’ molto probabile che già dopo pochi secondi, forse addirittura anche senza indicazioni preliminari, siate in grado di riconoscere l’immagine tridimensionale.
Può anche essere che dobbiate faticare diversi minuti prima di riuscire ad apprendere la giusta “tecnica “di visione.
La tecnica consiste nel porsi a circa 50 centimetri dalla figura e guardare l’immagine sforzandosi di non metterla a fuoco ma,all’opposto, lasciando che il fuoco vada all’ infinito.
Ciò che noteremo sarà che rapidamente gli oggetti rappresentati sembreranno come sdoppiati ed il loro contorno sarà poco chiaro, poi si creerà una nuova immagine: sembrerà sospesa nel vuoto e la vedremo tridimensionale.
Resteremo stupiti e meravigliati dalla profondità e dalla nitidezza dell’immagine che si è sviluppata sotto i nostri occhi.
Lo stesso effetto è reso possibile in alcune delle mie immagini ,studiate proprio per questo scopo ,perchè viene sfruttato il meccanismo binoculare dell’uomo per produrre un effetto spaziale partendo da una immagine bidimensionale (che rappresenta una sequenza dello stesso soggetto ripetuta più volte), arrivando a una visione tridimensionale dell’immagine. Questo effetto è reso in modo più visibile se guardiamo una riproduzione dell’opera in piccolo formato, stampata su un foglio, o attraverso lo schermo di un computer.”
Attraverso questa tecnica, ho cercato di valorizzare a livello ottico la realizzazione dei miei lavori,proponendo un insegnamento pratico sul come guardare“oltre”.